sabato 31 maggio 2014

Un programma femminista, abolizionista, antirazzista, di sinistra




In Svezia, Feministiskt Initiativ ha conseguito il 5,3% dei voti, un risultato che gli ha consentito di inviare al Parlamento Europeo un'antirazzista Rom: Soraya Post. 


Il corposo programma di questo partito (88 pagine)è caratterizzato dall'adozione di una prospettiva intersezionale e   da una visione olistica della politica.



Se  nelle formazioni politiche tradizionali, la classe costituisce lo strumento fondamentale di analisi delle strutture sociali,  Feministiskt Initiativ intreccia questo concetto con quelli di genere, orientamento sessuale, etnia, età, disabilità, che, intersecandosi, sostanziano l'intero programma. L'ordine patriarcale, l'eteronormatività, le strutture razziste, il principio di produttività generano, infatti, discriminazioni, diseguaglianze, disparità di potere che questo partito si propone di combattere.

Un approccio olistico alla politica richiede la considerazione e l'inclusione di tutti i fattori che rendono possibile la nostra esistenza e deve pertanto fondarsi sulla solidarietà e sulla cooperazione, sulla salvaguardia dell'ambiente, sul rispetto  di tutti gli esseri umani e delle altre specie animali e vegetali.

Il welfare non deve essere subordinato alla crescita economica e deve essere  esteso a tutti coloro che soggiornano in Svezia. Gli individui privi di documenti e i richiedenti asilo devono godere degli stessi diritti al lavoro, alla salute, all'alloggio, all'istruzione, alla sicurezza sociale di cui fruiscono i cittadini svedesi e le persone dotate di permesso di soggiorno. E' necessario creare una società inclusiva che soddisfi i bisogni di tutti, indipendentemente dal  genere e dall'etnia di appartenenza, dall'orientamento sessuale, dall'età, dalla disabilità.

Un approccio femminista al benessere sociale presuppone la promozione di questi principi:

1) L'uguaglianza. Tutte le persone dovrebbero essere in grado di sviluppare le proprie potenzialità in un'interazione egalitaria con gli altri

2) La libertà dalla discriminazione

3) La solidarietà

4) La libertà dalla violenza

5) L'indipendenza economica

6) L'antirazzismo

7) Il pacifismo, l'antimilitarismo

8)  L'efficienza e la non discriminazione del sistema giudiziario

9) La gratuità e il carattere pubblico della scuola che deve   essere incentrata  sulle esigenze degli studenti

10) Il riequilibrio  tra tempo consacrato al lavoro, alla famiglia e ai propri hobby da perseguire attraverso la riduzione generale dell'orario di lavoro a 6 ore  al giorno.

11)  La conservazione dell'ambiente. Lo sviluppo della comunità deve tener conto  dell'interazione degli esseri umani con la natura e le specie che la popolano.

12) La gratuità delle cure mediche e dentistiche

13) La garanzia a tutti di alloggi a prezzi ragionevoli

14)  La gestione comunitaria dei servizi idrici ed energetici e della raccolta dei rifiuti

15)  La fruizione gratuita dei beni culturali

 

A questi principi si ispira un vasto programma  che si concretizza in un'ampia gamma di proposte che vi illustrerò sinteticamente in due post.

 

Il lavoro:

Il contratto a tempo indeterminato deve rappresentare la norma.

L'orario di lavoro deve essere ridotto a sei ore al giorno.   Ciò comporterebbe  un aumento del tasso di occupazione e una maggiore disponibilità di tempo libero e di tempo da consacrare alla famiglia anche da parte degli uomini.

L'indennità di disoccupazione non deve essere subordinata ai giorni di lavoro svolti e  deve corrispondere all'80% dell'ultimo salario ricevuto per tutto il periodo in cui viene erogata.

Gli appalti pubblici devono includere una clausola di non discriminazione.

I richiedenti asilo devono essere muniti di un permesso di lavoro temporaneo e devono avere il diritto di partecipare a corsi di formazione.

I datori di lavoro devono promuovere l'uguaglianza. In materia di occupazione si  adotteranno azioni positive  che favoriscano l'assunzione di donne, di omosessuali, di transgender, di persone con disabilità e  di individui appartenenti ad etnie diverse da quella svedese. Deve essere prevista la figura di un mediatore che assicuri il rispetto del principio di non discriminazione in ogni azienda.

Deve essere applicato il principio della parità di retribuzione tra uomini e donne, imposto, per altro, da una direttiva UE.

 

 

Famiglia, genitori e bambini

Deve essere perseguito l'interesse dei minori, non quello degli adulti. Il Codice deve essere modificato in modo tale da far prevalere il diritto del bambino ad essere accudito e a veder soddisfatti i propri bisogni e desideri, che sono prioritari rispetto a quelli rivendicati dai genitori sui figli.

Le figure genitoriali devono poter conciliare in modo armonico il loro ruolo educativo con lo svolgimento di un'attività retribuita. Di qui la richiesta di una riduzione generale dell'orario di lavoro, affinché genitori e figli possano trascorrere più tempo insieme, in modo più rilassato e realizzando una più equa ripartizione del lavoro domestico e di cura, che dovrebbe essere almeno parzialmente socializzato, attraverso il finanziamento di   attività ricreative per i bambini, di  servizi di lavanderia, di riparazioni ecc. gratuiti e accessibili a tutti.

Deve essere escluso l'affido condiviso nel caso in cui esistano solide prove di violenza o di abuso nei confronti dell'altro genitore o dei figli. Questa modalità di affido deve essere esclusa, salvo casi eccezionali, anche nel caso in cui sia rifiutata da un genitore e, soprattutto, deve essere sempre respinta nel caso in cui non risulti gradita al bambino.

Se il piccolo desidera incontrare il genitore violento, lo potrà fare in spazi protetti.

Se un genitore è accusato di aver commesso atti di violenza o abusi sessuali nei confronti di un figlio, durante il periodo di accertamento del reato, deve essere allontanato da lui e privato del diritto di visita. Assoluta priorità deve essere accordata, infatti, alla tutela del bambino.

Ai bambini che hanno subito violenza deve essere assicurato un adeguato supporto psicologico.

A qualsiasi tipo di famiglia (fondata sul matrimonio, sulla convivenza, ricomposta, arcobaleno) devono essere riconosciuti gli stessi diritti goduti dalle coppie sposate.

Feministiskt Initiativ si impegna a promuovere il miglioramento delle condizioni economiche delle famiglie monoparentali, mediante l'integrazione del reddito e l'assegnazione di sussidi per l'affitto. Particolare attenzione e sostegno verrà riservato alle madri di bambini con disabilità.

Alle coppie omosessuali deve essere riconosciuto il diritto  di adozione.

Feministiskt Initiativ sostiene la fecondazione eterologa, ma si dichiara contraria alla maternità surrogata.

Gli assegni famigliari devono essere equamente ripartiti fra i genitori.

Il matrimonio è valido anche se chi lo contrae è privo di permesso di soggiorno.

 

Istruzione

Il partito vuole promuovere la pedagogia critica e quella di genere e introdurre nelle scuole un referente cui potranno rivolgersi gli studenti che si sentono discriminati.

Ogni insegnante, nella scuola dell'infanzia, dovrebbe seguire un gruppo di non più di 4-5 bambini. Deve essere garantita la presenza degli insegnanti di sostegno.

La scuola dell'infanzia e i centri ricreativi devono essere gratuiti e la loro frequenza deve essere garantita a tutti i bambini, inclusi quelli con disabilità.

Gli istituti scolastici devono assicurare l'insegnamento  delle lingue parlate dai bambini stranieri.

L'educazione deve essere laica e aconfessionale.

In ogni scuola deve essere presente un assistente sociale, uno psicologo, un infermiere e un educatore che si occupi del benessere fisico dei bambini e dei giovani. Questi professionisti dovrebbero disporre di conoscenze e competenze relative al genere, all'orientamento sessuale,  alla disabilità e dovrebbero promuovere la diffusione di una cultura antirazzista.

L'educazione  scolastica deve essere fondata su una prospettiva di genere antirazzista  e sul rifiuto dell'omofobia e della discriminazione delle persone con disabilità.

Feministiskt Initiativ si  impegnerà  a garantire che tutte le scuole offrano una dieta vegana a tutti  coloro che lo desiderano.

L'ecologia deve essere inserita nel programma fin dalla scuola primaria.

Il partito si impegnerà a diffondere la cultura della non violenza e della risoluzione pacifica dei conflitti.

Deve essere garantito il trasporto pubblico gratuito a tutti gli studenti.

Il partito si impegnerà a promuovere la prassi di una scuola inclusiva che si concentri sul soddisfacimento delle esigenze dei bambini e dei giovani con esigenze educative speciali. Devono essere incrementate le risorse destinate al raggiungimento di questo obiettivo e deve essere intensificata la ricerca e l'uso di metodi didattici alternativi.

Le scuole private non devono respingere gli studenti con disabilità e devono garantire la presenza dell'insegnante di sostegno.

 

Università

Dovrebbe esserci circa la metà delle donne nel mondo accademico.

L'istruzione  universitaria deve essere gratuita, così come il trasporto pubblico degli studenti.

 

Sanità e assistenza sociale

In una società del benessere tutti dovrebbero avere accesso alle cure mediche e dentistiche, finanziate  dalle imposte.

Feministiskt Initiativ si  impegnerà  ad ottenere maggiori finanziamenti per una ricerca che adotti la prospettiva di genere nel campo della malattia e della salute.

L'assistenza sanitaria deve cessare di riprodurre stereotipi razzisti e di genere. Occorre fornire, pertanto, al personale medico e paramedico un'adeguata formazione su questi temi.

Occorre promuovere una cultura che consenta alle persone anziane di percepirsi come membri rispettati e importanti della società.

Bisogna costruire alloggi popolari e strutture protette nei quartieri residenziali e centrali, affinché gli anziani che vi risiedono possano partecipare agevolmente  alle attività sociali, anziché vivere nell'isolamento.

E' necessario incrementare l'assistenza domiciliare agli anziani. Questi ultimi dovrebbero poter vivere nella propria abitazione, ma è altrettanto importante che chi lo desidera possa soggiornare in residenze per anziani o in case famiglia.

Le retribuzioni del personale medico e paramedico devono essere aumentate.

Devono essere incrementate le risorse finanziarie destinate all'assistenza psicologica e psichiatrica, ma anche alla lotta contro la violenza esercitata dagli uomini nei confronti delle donne. Un particolare sostegno psicologico deve essere riservato ai/alle transessussuali e  ai gay e alle lesbiche che spesso subiscono discriminazioni.

Ci si dovrà impegnare nella ricerca sulla prevenzione del suicidio, adottando una prospettiva LGBT.

 

Identità di genere e transessualità

Tutti devono essere liberi di definire e di esprimere autonomamente il proprio genere.

Devono essere promossi nelle istituzioni corsi che consentano di superare lo stigma da cui sono colpite le persone transgender.

A queste ultime deve essere garantito il diritto di ottenere una rettifica del sesso nei documenti, anche senza ricorrere ad interventi chirurgici. Questi ultimi, comunque, dovrebbero essere garantiti gratuitamente. Anche i minori dovrebbero essere autorizzati a cambiare sesso.

Deve cessare ogni ingiustificato intervento medico e chirurgico attuato sui bambini intersessuali. Questi ultimi e i loro genitori devono ricevere opportune informazioni e supporto per assumere in piena coscienza le loro decisioni in merito al sesso.

Feministiskt Initiativ si impegnerà ad ottenere l'introduzione in Svezia  del terzo genere.

Il partito si sforzerà di ottenere l'inclusione dell'orientamento sessuale e della transessualità nella legislazione sulla parità e cercherà di  aggiungere i motivi di genere, di transessualità e di orientamento sessuale alle norme contro l'incitamento all'odio razziale. 

 

Diritto alla salute sessuale e riproduttiva

La salute sessuale e riproduttiva è un prerequisito per l'esercizio della libertà individuale e dell'uguaglianza. Essa richiede l'offerta a tutti di una migliore educazione sessuale. La conoscenza e l'accesso ai metodi contraccettivi è fondamentale.

Gli sforzi per la prevenzione del contagio dal virus dell'HIV e  dagli altri virus e batteri sessualmente trasmissibili devono fondarsi sulla diffusione dell'educazione sessuale  e del preservativo e devono essere rivolti a tutta la popolazione e non soltanto a gruppi target, per evitarne lo stigma. La prevenzione funziona meglio se è concepita come una responsabilità condivisa che non viene imposta a singoli gruppi .

Le persone sieropositive non devono essere discriminate, come accade attualmente in Svezia, né sottoposte a trattamento obbligatorio.

Il diritto all'aborto è fondamentale per garantire la salute e l'autodeterminazione delle donne. Occorre battersi perché esso venga assicurato a tutte le donne del mondo. Nel frattempo, la Svezia deve accogliere tutte le straniere che vogliono interrompere la gravidanza e non possono farlo nel loro Paese.

Le donne hanno diritto di scegliere il metodo con cui abortire.

Maternità

Va garantito alle donne il diritto di scegliere la modalità del parto e di ricorrere, se lo desiderano, al taglio cesareo.

Le donne che hanno appena partorito hanno il diritto di richiedere  che la degenza ospedaliera si protragga per almeno tre giorni. Chi vuole ridurre il periodo di permanenza in ospedale, ha comunque diritto ad essere assistita a domicilio da una ostetrica di propria fiducia.

Nei reparti maternità degli ospedali dovrebbe essere presente, se necessario, un interprete.

Dovrebbe essere sviluppata la ricerca sulle tecniche mediche da applicare in gravidanza e  per il parto.

Alle lesbiche e alle single deve essere garantito il diritto alla riproduzione assistita.

Le donne  che hanno intrecciato relazioni omosessuali devono godere degli stessi diritti genitoriali di cui godono le coppie eterosessuali.

 

Disabilità

Le femministe del partito ritengono necessario problematizzare il concetto di disabilità e concentrarsi sulla discriminazione.

Le persone con disabilità, bambini inclusi, hanno diritto  di fruire dell'assistenza domiciliare,  praticata da operatori e operatrici che siano in grado di sviluppare  la loro autodeterminazione e indipendenza.

I luoghi di lavoro devono essere progettati in modo tale da consentire alle persone con disabilità di operarvi agevolmente.

Un ambiente che non può essere frequentato da tutti deve essere considerato discriminatorio. L'accessibilità è una questione di  rispetto dei diritti umani. Devono essere sviluppate tecnologie e impianti che  la garantiscano.

 

Sessualità

La liberazione sessuale comporta  la libertà di esplorare la propria sessualità e i propri desideri senza provare vergogna, ma nessuno può obbligare un'altra persona ad appagare le proprie pulsioni contro la sua volontà o dietro remunerazione. La sessualità delle donne non deve essere determinata dalle esigenze degli uomini.

Liberandoci dall'idea di eteronormatività e  da un pensiero di genere binario possiamo contrastare la discriminazione nei confronti di lesbiche, gay, bisessuali e transgender.

Tutte le persone devono essere in grado di scegliere se, quando e con chi vogliono farsi una famiglia. Tale disposizione si applica a prescindere  dall'orientamento sessuale.

Nessuno può possedere il corpo di un'altra persona.

Prostituzione e pornografia

Feministiskt Initiativ è favorevole al mantenimento dell'attuale legge abolizionista svedese, ma richiede pene più severe per l'acquisto di sesso. Tuttavia, in un altro punto del programma, il partito afferma di voler incentivare l'adozione di misure alternative al carcere.

Feministiskt Initiativ   si impegnerà a garantire che le persone non siano sfruttate nell'industria del sesso. Chiederà, quindi, un aumento delle risorse e la promozione di interventi diretti anche agli uomini e alle persone transgender, miranti a  prevenire l'ingresso nella prostituzione e  a facilitarne  la fuoriuscita, se lo si desidera.

Il partito incentiverà la distribuzione di preservativi alle persone che si prostituiscono.

Le vittime della tratta hanno diritto di rimanere in Svezia.

Feministiskt Initiativ  si impegnerà a far sì che la pornografia non sfrutti ragazzi e ragazze di età inferiore ai 18 anni.

Deve essere studiata la possibilità di limitare la diffusione di materiale pornografico.

Il partito  vuole introdurre il divieto di pubblicità degli  strip club.

Feministiskt Initiativ  intende vietare la pubblicità sessista.

 

Violenza sulle donne

Il partito  ritiene che si debbano promuovere i metodi più efficaci di prevenzione della violenza maschile contro le donne e desidera che gli operatori della giustizia debbano ricevere un'adeguata formazione sul tema.

La protezione delle persone sottoposte a minacce di violenza sarà rafforzata, anche con l'uso volontario di un braccialetto elettronico collegato alla stazione di Polizia. Deve essere sancito e fatto rispettare il divieto di contatto dell'aggressore con la vittima.

La sanzione per la commissione di gravi reati di violenza contro le donne deve essere aumentata di almeno un anno.  Dovrebbe essere  elevata la pena da applicare ai maltrattanti che rifiutano il trattamento psicologico offerto.

Deve essere incrementato il numero dei centri antiviolenza. Ad essi deve essere assicurato un maggior flusso di finanziamenti statali.
Deve essere introdotto un emendamento alla legge svedese sullo stupro che introduca quale elemento oggettivo del reato la mancanza di consenso.

 

 



 


 

 



 


 

 

 

 


 
 

 
 

 


sabato 24 maggio 2014

Libertà, post-femminismo e neoliberismo
 
Ho seguito con interesse l'appassionato dibattito dei giorni scorsi su corpo e libertà. Sull'argomento sono stati scritti ottimi articoli.

Vorrei inserirmi nella discussione, con notevole ritardo e con scarsa originalità, adottando una prospettiva relativamente eccentrica. Non mi riferirò, infatti, direttamente al caso Bacchiddu, ma  mi limiterò ad esporvi il contenuto di  un illuminante saggio della femminista Rosalind Gill.
In Postfeminist media culture: elements of a sensibility http://eprints.lse.ac.uk/2449/1/Postfeminist_media_culture_(LSERO).pdf
l'autrice  non concepisce il post-femminismo come una prospettiva epistemologica o come una svolta storica, né soltanto come una reazione al femminismo (così lo interpretano invece Susan Faludi ed altre pensatrici), bensì come una forma peculiare di sensibilità che permea profondamente la cultura massmediale contemporanea. Essa incorpora elementi femministi ed anti-femministi e presenta una serie di  caratteri distintivi che vado ad illustrarvi.

 

1) La presentazione della donna come realtà meramente corporea.

La cultura mediatica post-femminista appare dominata da una preoccupazione ossessiva per la perfezione delle forme del corpo femminile, un corpo sexy che viene presentato come la principale, se non l'unica, fonte di identità delle donne. Esso viene contemporaneamente indicato come sorgente del potere femminile e come materia indocile, riottosa, che richiede l'attivazione di un attento e costante processo di controllo, di sorveglianza, di autodisciplina e di rimodellamento, al fine di conformarsi ai canoni estetici dominanti. Il corpo delle donne viene continuamente  esaminato, valutato, sezionato in parti (il seno, le natiche, le gambe ecc.) ed è sempre a rischio di essere giudicato non conforme e, quindi,  passibile di ricevere commenti malevoli e di essere oggetto di derisione. E' importante osservare come le valutazioni estetiche si tramutino, talvolta, in giudizi morali. L'apparenza corporea è ritenuta infatti un riflesso del carattere  e della riuscita sociale di una donna. Una figura elegante, tonica, snella è assunta come incarnazione del successo.

 

2) La sessualizzazione pervasiva della cultura mediatica

Con questo concetto, Rosalind Gill intende riferirsi sia alla proliferazione di discorsi sul sesso nei media, sia alla sempre più frequente presentazione nello spazio pubblico delle ragazze, delle donne e, in minor misura, degli uomini come corpi erotici.

Nelle riviste rivolte alle adolescenti la sessualità è presentata come attività che esige costante attenzione, sorveglianza, autocontrollo e impegnativo lavoro emotivo. Le ragazze e le donne sono sollecitate ad assumersi la responsabilità di costruirsi come soggetti desiderabili, in grado di appagare i desideri maschili e di produrre godimento, ma capaci anche di difendere la propria reputazione, di evitare gravidanze non volute e malattie sessualmente trasmissibili e di prendersi cura dell'autostima degli uomini. Questi ultimi, nelle riviste, sono invece rappresentati come edonisti esclusivamente interessati a garantire eccellenti performance in rapporti sessuali privi di qualsiasi forma di coinvolgimento.

 

3) Dalla rappresentazione delle donne come oggetti sessuali alla loro descrizione come soggetti erotici che desiderano essere oggettivati

Se un tempo nei media le donne venivano raffigurate come oggetti muti e passivi, oggi la loro sessualizzazione funziona in modo diverso. Esse non sono semplicemente oggettivate, ma presentate come soggetti erotici attivi che scelgono deliberatamente di reificarsi. Ciò appare chiaramente nelle immagini pubblicitarie che ritraggono giovani donne che esercitano in piena autonomia il loro potere seduttivo, cruciale, come abbiamo visto, nella definizione dell'identità femminile. Si giunge così a una più raffinata forma di oggettivazione, quella in cui il reificante sguardo maschile viene introiettato e  dà vita a un nuovo regime di disciplinamento del corpo. In questo regime, il potere non è imposto dall'alto o dall'esterno, ma costituisce la nostra stessa soggettività. Le ragazze e le donne sono sollecitate ad autodeterminarsi, ad apparire munite di agency, purché ciò si traduca nella costruzione  di soggetti che siano perfettamente conformi all'immaginario maschile plasmato dalla visione di prodotti pornografici.  Da questo regime risultano, di conseguenza, escluse lesbiche, donne anziane, mature, con le rughe o dal fisico non perfetto,  che vengono disprezzate. L'oggettivazione sessuale viene, quindi, riproposta non tanto come un'imposizione maschile, quanto piuttosto come una libera scelta di soggetti femminili assertivi.  La critica di questo processo viene stigmatizzata come moralista  allo scopo di inibirla.

 

4) La celebrazione dell'individualismo e l'enfatizzazione della scelta e della responsabilità personale

Le nozioni di scelta, di<< essere se stesse>>, di <<piacere a se stesse>> sono al centro della sensibilità post-femminista che permea la cultura contemporanea dei media occidentali. Esse pongono con enfasi l'accento sulla responsabilità personale e sul controllo di sé. A tutte queste nozioni è sottesa una grammatica dell'individualismo - così che anche le esperienze di razzismo o di omofobia o di violenza domestica vengono formulate in termini esclusivamente personali in modo tale da capovolgere il concetto del personale come politico. Lois McNay ha definito questo fenomeno come deliberata "riprivatizzazione" di problemi che solo in tempi relativamente recenti erano stati  considerati politici.

Un aspetto di questa sensibilità post-femminista, nella cultura dei media, è la rimozione quasi totale delle nozioni di condizionamento politico o culturale. Ciò risulta evidente non soltanto nelle implacabili tendenze all'enfatizzazione dell'individuo nelle notizie, nei talk show e nei reality trasmessi in TV, ma anche nel modo in cui ogni aspetto della vita  rimanda all'idea di scelta personale e di autodeterminazione.

L'idea che tutte le nostre pratiche siano liberamente scelte è centrale nei discorsi post-femministi che presentano le donne come agenti autonomi non più condizionati da  diseguaglianze o squilibri di potere e miranti non ad appagare gli uomini, ma a piacere a se stesse. Se noi donne, però, fossimo realmente libere da qualsiasi forma di condizionamento e impegnate a soddisfare esclusivamente desideri  non indotti, ma spontanei,  non si comprenderebbe perché tenderemmo tutte a conformarci a determinati modelli estetici. Inoltre,  rappresentare le nostre scelte come svincolate da qualsiasi influenza esterna  significa eludere il fatto che la nostra soggettività si costituisce nel rapporto con gli altri e che i valori e le idee dominanti, inclusa quella di bellezza, vengono incorporate e percepite come nostre.

Rosalind Gill prosegue la sua analisi osservando che:

 

" ciò che colpisce è il grado di corrispondenza tra il soggetto autonomo post femminista e il soggetto psicologico richiesto dal neoliberismo. Al centro di entrambi c'è la nozione di "scelta di vita" e l'ingiunzione contemporanea a rendere la propria esistenza comprensibile e dotata di senso attraverso un racconto che esalta la libera scelta e l'autonomia".

 

5) Costante lavoro sul proprio aspetto fisico e autodisciplina

Intimamente connessa all'enfasi sulla libera scelta è quella  sull'autodisciplina e sull'esercizio di una continua sorveglianza sul proprio aspetto. In realtà la concentrazione ansiosa e apprensiva sull'abbigliamento, sulla postura, sulla dizione, sulle "buone maniere" è sempre stata proposta alle donne come strumento per emulare le esponenti dei ceti superiori, mentre nelle riviste la bellezza, unica dote femminile, a quanto pare,  è sempre stata dipinta come effimera, come contingente e, dunque, tale da richiedere, per essere conservata, un assiduo lavoro di controllo e di "manutenzione".  A rendere peculiare la condizione attuale sono, tuttavia, tre caratteristiche: l'intensificazione parossistica del controllo di sé, che indica, a sua volta, l'accresciuta e misconosciuta rigidità delle norme da rispettare, l'estensione della sorveglianza a nuovi ambiti di vita e di condotta ( oltre all'aspetto fisico e all'abbigliamento, la pratica sessuale, la cura della casa, la carriera ecc.) e, infine, la concentrazione sulla vita psicologica,  la sollecitazione ad agire sul carattere, sulle percezioni, sulle emozioni, trasformandole e rimodellandole. Tutto ciò, ovviamente, non è presentato come un lavoro, ma come un piacevole modo di prendersi cura di sé. 

 

6) Ironia

Nella cultura di massa, si ricorre sempre più frequentemente all'ironia per veicolare contenuti sessisti, senza che ciò susciti una forte opposizione. Chi  formula qualche critica viene stigmatizzato come stupido, amante della censura, autoritario.

 

La sensibilità post-femminista intreccia elementi antifemministi e idee femministe, la cui carica sovversiva viene però neutralizzata. Le concezioni femministe vengono al contempo articolate e ripudiate, espresse e sconfessate. Da un lato, le ragazze e le donne vengono descritte come figure potenti, dall'altra i loro corpi sono ridotti ad oggetti sessuali, da un lato sono presentate come soggetti autodeterminati, dall'altro vengono assoggettate a regole, controlli e forme di sorveglianza senza precedenti.

Rosalind Gill conclude il suo saggio, individuando le corrispondenze tra post-femminismo e neo-liberismo.

 

Ma - scrive- sembra esserci una profonda consonanza tra post-femminismo e neoliberismo.  Essa opera ad almeno tre livelli. In primo luogo e più in generale, entrambi sembrano organizzati attorno alla  tendenza dell' individualismo che ha quasi completamente rimpiazzato  i concetti di sociale o di politico o qualsiasi idea dell'individuo come soggetto a pressioni, vincoli o condizionamenti esterni. In secondo luogo, è chiaro che il soggetto autonomo, calcolatore, autodisciplinato del neoliberismo presenta una forte somiglianza con il soggetto attivo, che sceglie liberamente, che plasma continuamente la propria identità, del post-femminismo. Questi due paragoni suggeriscono, quindi, che il post-femminismo non sia semplicemente una reazione al femminismo, ma anche una sensibilità che, almeno in parte, si  è costituita in conseguenza della pervasività delle idee neoliberiste. Ad ogni modo, vi è una terza connessione che potrebbe indicare che la sinergia è ancora più importante: nei discorsi della cultura popolare qui esaminati, è la donna ad essere invitata a plasmare se stessa e ad autodisciplinarsi.

In una misura molto maggiore rispetto agli uomini, alle donne è richiesto di compiere un lavoro su se stesse e di trasformare il proprio io, di disciplinare ogni aspetto del proprio comportamento e di presentare tutte le proprie azioni come liberamente scelte. Può essere che il neoliberismo sia sempre sessuato e che le donne costituiscano il suo soggetto ideale?

 
Dopo aver illustrato il contenuto del saggio di Rosalind Gill, vorrei  riallacciarmi al discorso di  Cristina Morini http://quaderni.sanprecario.info/2014/05/libera-sarai-tu-di-cristina-morini/ e di Ida Dominijanni http://idadominijanni.com/2014/05/15/il-corpo-e-mio-e-non-e-mio/.
 
 

Dominijanni, in particolare, scrive che vi è chi " associa il mito femminista dell’assoluta proprietà del corpo alla precettistica neoliberale dell’autoimprenditorialità e dell’autosfruttamento del proprio capitale umano, corporeo e sessuale". Sono assolutamente d'accordo con lei.

Aggiungo che  nel modo di produzione post-fordista, le nuove pratiche organizzative dell' Human Resource Management non mirano tanto ad imporre autoritariamente il comando, quanto piuttosto ad ottenere la cooperazione spontanea e desiderante del lavoratore, o ancor meglio, la sua identificazione con gli obiettivi dell'impresa. A quest'ultima interessa agire non solo sul corpo, ma anche sulla mente del dipendente per  asservirlo e, contemporaneamente, per appropriarsi della sua creatività, della sua libertà,  del suo sapere.

Mi pare, in conclusione, di poter affermare che noi donne siamo contemporaneamente dotate di scarsissima autodeterminazione, a causa delle condizioni precarie in cui viviamo e dei vincoli economici, sociali, culturali che condizionano la nostra esistenza e ideologicamente  sospinte a rivendicare e a usare una libertà  fittizia in quanto consistente  unicamente nel conformarci alle richieste del capitalismo e del patriarcato.