Il 31 ottobre la Fédération
des femmes du Québec parteciperà ad una manifestazione contro le politiche di
austerità promosse dal governo, in particolare contro la riduzione della spesapubblica, la privatizzazione dei servizi e l'introduzione di ticket per potervi accedere..
A Montréal, il 9 agosto, si è svolta la Marcia delle lesbiche, delle transessuali e delle femministe contro l'austerità.
Identica manifestazione avevano già promosso le femministe francesi il 9 giugno
2013 (Marche des femmes contre l'austerité)
Il 17 novembre 2013, sempre
in Canada, gli "Stati generali dell'azione e dell'analisi femminista",
convocati nel 2011, si sono conclusi con
l'adozione di una serie di proposte e di richieste anche di carattere economico
tra le quali compaiono l' erogazione del
reddito universale garantito, il
superamento delle disparità salariali tra uomini e donne e della
segregazione occupazionale, la rivendicazione dell'universalità ed
accessibilità dei servizi pubblici, la redistribuzione della ricchezza, la sperimentazione della socializzazione del lavoro riproduttivo ecc.
Nel 2012 in Francia e in
Belgio femministe afferenti a differenti associazioni presentarono una
petizione pubblica contro il Trattato su stabilità,
coordinamento e governance nell’Unione economica e monetaria (il Fiscal Compact)
La
Fédération des femmes du Québec ha sottoscritto, assieme a molte altre
organizzazioni, un documento fermamente contrario alla stipula del trattato di
libero scambio tra Canada ed Unione Europea (Accordo economico e commerciale
globale: AÉCG),
i cui negoziati conclusivi sono iniziati ad Ottawa il 26 settembre.
Le
femministe hanno partecipato al movimento Occupy Wall Street e a quello degli Indignados in Spagna.
Potrei
elencare altre iniziative, ma credo di aver già dimostrato l'impegno del
femminismo straniero contro il
neoliberismo.
E
in Italia?
Le
elaborazioni teoriche e le analisi del femminismo italiano sull'economia e sul
lavoro sono eccellenti, estremamente intelligenti ed acute. Si moltiplicano,
poi, i convegni e i seminari sulla crisi, le cui ripercussioni sulle donne sono
particolarmente acute a causa della riduzione del welfare state e del maggior
tasso di disoccupazione, di inattività e di precarietà femminile. Sarebbe
importante diffondere on line gli atti prodotti e gli interventi pronunciati
nel corso di questi convegni.
Quella
che manca, a mio parere, è, però, l'espressione pubblica, da parte del
femminismo italiano, di una posizione condivisa sui provvedimenti del governo
Renzi e l'organizzazione di forme di mobilitazione e di resistenza contro il
Jobs Act e, in genere, contro le politiche di austerità.
Una
simile presa di posizione è possibile o non esistono punti di vista concordanti
su queste questioni? Cosa possiamo fare per contrastare da femministe le
politiche neoliberiste italiane ed europee?
Sono
domande ingenue, me ne rendo conto, che scaturiscono da un profondo senso di
impotenza e da un forte sentimento di inquietudine. Non di meno, mi sembra
utile porle.
Nessun commento:
Posta un commento