Presenterò qui le proposte incluse
nella seconda parte del programma elaborato da Feministiskt initiativ, il
partito femminista svedese, che ha eletto una sua esponente al Parlamento europeo.
Ambiente e sistema energetico
Lo
sviluppo sostenibile costituisce il prerequisito necessario per raggiungere il
benessere e la prosperità.
L'etichetta
applicata ai prodotti alimentari deve includere
riferimenti al trattamento riservato
agli animali da allevamento.
Feministiskt
initiativ si impegnerà a promuovere una maggiore produzione e un più esteso
consumo di beni e di alimenti a basso impatto ambientale e a garantire che essi
vengano privilegiati negli appalti pubblici, assieme ai prodotti del commercio equo e
solidale.
Il
partito vuole aumentare le tasse sulle attività dannose per l'ambiente e
ridurre quelle applicate al lavoro.
Feministiskt
initiativ intende promuovere la bioedilizia, la costruzione, cioè, di case
ecologiche, caratterizzate da un basso consumo di energia.
Essa
si impegnerà ad assicurare che i Paesi in via di sviluppo non vengano
utilizzati come discarica dei rifiuti prodotti dagli Stati occidentali.
Il
sistema energetico deve essere sostenibile, fondato sul risparmio, sull'impiego
di fonti rinnovabili e sulla riduzione drastica delle emissioni di gas serra.
Entro il 2040 la Svezia dovrebbe diventare completamente indipendente dai
combustibili fossili.
Si
deve incentivare la ricerca e l'uso di carburanti alternativi sui quali devono essere
applicate imposte di minore importo.
Deve
essere introdotta una tassa mondiale sulle emissioni di gas serra, i cui
introiti devono essere amministrati dall'ONU
e distribuiti ai Paesi in via di sviluppo allo scopo di affrontare le "catastrofi
naturali" e di incentivare l'adozione
di programmi di sviluppo sostenibile.
In
Svezia non deve essere costruita nessuna altra grande centrale idroelettrica.
Deve
essere favorita la produzione di energia eolica e solare. Purtroppo, il partito
è favorevole all'uso dell'energia nucleare.
Deve
essere ulteriormente sviluppato il trasporto pubblico, in particolare quello
ferroviario.
Ogni
Comune svedese deve essere munito di piste ciclabili.
Deve
cessare la costruzione di autostrade.
Il
trasporto aereo e il trasporto merci su mezzi pesanti deve essere dirottato
sulla rete ferroviaria.
Deve
essere introdotta una carbon tax sul cibo, al fine di ridurre il consumo di
carne. Negli appalti pubblici deve essere assegnata la priorità all'acquisto di
prodotti vegetali biologici sui quali è necessario ridurre l'IVA. Deve essere
sostenuta, anche con incentivi fiscali, la transizione verso l'agricoltura
biologica.
Occorre
vietare la produzione e il consumo degli OGM.
Deve
essere salvaguardato il patrimonio boschivo.
Diritti
degli animali
Deve
essere preservata la biodiversità.
La
flotta di pesca svedese deve essere ridotta.
Gli
animali devono essere trattati con rispetto. Se destinati alla macellazione,
devono essere anestetizzati, affinché
non soffrano. Va, tuttavia, scoraggiato, ricorrendo a strumenti fiscali, il
consumo di carne.
L'allevatore
deve aver cura del benessere degli animali.
Il
partito lavorerà per lo sviluppo e
l'ampio utilizzo di alternative alla sperimentazione animale.
Feministiskt
initiativ è
favorevole al divieto di uso degli animali nel circo e al divieto di uso delle
pellicce.
Il partito si
impegnerà affinché nella legge sulla protezione degli animali sia inserita una
norma che vieti la zoofilia, così come il possesso e la diffusione di materiale
pornografico zoofilo.
Politiche
abitative
Tutti
hanno diritto ad un alloggio a prezzi accessibili. Particolare attenzione deve
essere riservata ai gruppi vulnerabili, inclusi i rifugiati, cui occorre
assicurare un'abitazione.
Bisogna
incentivare la diffusione di forme cooperative di locazione.
Cultura
L'ingresso
nei musei e nelle istituzioni culturali statali deve essere gratuito.
La
conservazione del patrimonio culturale richiede l'adozione di una prospettiva di
genere, affinché le creazioni e le produzioni femminili vengano opportunamente valorizzate.
Feministiskt
initiativ
si impegnerà a rafforzare il
ruolo delle biblioteche come luogo di incontro e come spazio
consacrato al dibattito.
Il partito si
adopererà affinché, attraverso l'educazione popolare, tutti i cittadini possano
partecipare sia alla fruizione che alla creazione della cultura.
Immigrazione e antirazzismo
Anziché discutere
delle modalità di integrazione degli immigrati, occorre spostare l'attenzione sulle
discriminazioni da essi subite e porvi rimedio.
I migranti devono
acquisire la cittadinanza svedese dopo tre anni di soggiorno nel Paese.
Si deve applicare lo
ius soli. I bambini nati in Svezia, da genitori stranieri residenti, devono
cioè avere la cittadinanza svedese.
La politica deve
adottare un'ottica anti-razzista.
Le persone prive di
permesso di soggiorno devono fruire
dell'assistenza socio-sanitaria e devono poter denunciare i reati di cui sono
vittime, senza temere la deportazione.
I
Centri di detenzione dei migranti devono essere aboliti.
Feministiskt
initiativ si adopererà
ad assicurare che la Svezia accolga un
maggior numero di rifugiati.
Il partito si impegnerà a far sì che le persecuzioni basate sul genere,
sull'orientamento sessuale e sulla transessualità vengano considerate motivi
validi di accoglimento delle richieste di asilo.
I rifugiati appena giunti in Svezia e i richiedenti asilo devono
aver diritto alla casa, all'istruzione, all'assistenza socio-sanitaria, alle
informazioni sul lavoro.
Le donne richiedenti asilo che abbiano subito violenze e
abusi devono godere di un adeguato
sostegno psicologico che consenta loro di elaborare le dolorose esperienze
vissute.
Nessuno deve rimanere per più di sei mesi in un Centro di
accoglienza.
Deve essere agevolato il ricongiungimento famigliare.
Feministiskt
initiativ si impegnerà ad ottenere che il governo svedese
ratifichi la Convenzione ILO sui diritti
dei popoli indigeni.
Il partito si adopererà
a far sì che il razzismo, l'odio e la discriminazione nei confronti delle
minoranze nazionali siano combattuti con determinazione.
Conflitti
e costruzione della pace
La solidarietà internazionale e l'antimilitarismo costituiscono
i capisaldi della politica di Feministiskt initiativ, la quale ritiene anche che la
pace non sia semplicemente l'assenza di guerra, ma un processo che implica l'esistenza
dell'uguaglianza sociale e di un'equa ripartizione delle risorse. E' questa
l'esplicitazione del concetto di sicurezza globale, una nozione assolutamente estranea a quella di sicurezza
militare e che include, invece, la lotta contro la violenza strutturale praticata
sulle donne.
Feministiskt
initiativ si impegnerà a far sì che alle vittime di stupri di guerra sia
riconosciuto lo status di rifugiate, così come accade per i perseguitati a causa delle loro idee, delle loro opinioni
politiche o del loro orientamento
sessuale.
Si
adopererà ad indirizzare adeguate risorse finanziarie alla prevenzione dei
conflitti e al rafforzamento dei meccanismi di
individuazione dei segnali di preallarme.
Feministiskt
initiativ si impegnerà ad assicurare la partecipazione delle organizzazioni
nazionali, regionali e internazionali delle donne, delle associazioni LGBT e di
quelle antirazziste al processo di prevenzione, di risoluzione dei conflitti e
di costruzione della pace.
La
cessazione della violenza sessuale e di genere deve essere inclusa negli
accordi di pace, per evitare che gli abusi proseguano anche dopo la cessazione
del conflitto e per impedire che tali crimini restino impuniti.
Il
partito si adopererà affinché il commercio internazionale assuma la forma e i
caratteri del commercio equo e solidale
e affinché venga contrastata la posizione
dominante delle multinazionali.
Feministiskt
initiativ si impegnerà ad evitare
che la Svezia aderisca alla NATO.
Essa richiede il disarmo globale, la cessazione
dell'esportazione di armi e la riconversione dell'industria bellica. Il partito si adopererà per
assicurare che la Svezia assuma un ruolo attivo negli sforzi per bandire le
armi nucleari.
Il
programma di Feministiskt initiativ, di cui ho illustrato i punti principali,
non è certo esente da critiche. E' assente qualsiasi riferimento al reddito di
autodeterminazione o di esistenza, sul quale le femministe italiane hanno
sviluppato, invece, stimolanti riflessioni. Ciò deriva, probabilmente, dal
fatto che il tasso di occupazione femminile in Svezia è molto elevato, anche se
è in misura consistente a tempo parziale e che le prestazioni sociali in caso di disoccupazione sono
ancora relativamente buone. Manca anche qualsiasi accenno a forme di autogestione
della produzione. Avrei desiderato una maggiore articolazione del programma economico.
Si sarebbe poi potuto provvedere all'inserimento delle cure veterinarie tra le terapie
gratuite (quelle psicologiche e socio-assistenziali sono invece incluse nel programma).
Sono, infine, decisamente contraria all'uso dell'energia nucleare.
Ciò
nonostante, il programma del partito femminista svedese mi sembra molto interessante,
in primo luogo perché animato da una visione olistica della politica e fondato su
una prospettiva intersezionale, in secondo luogo perché imperniato su principi ispiratori
condivisibili.
Quel
che mi preme sottolineare è che si tratta di un programma squisitamente antirazzista
e di sinistra, che smentisce la leggenda nera che attribuisce assurdamente alle
femministe abolizioniste sentimenti xenofobi e posizioni neoliberiste, una leggenda
che nasce, a mio parere, o dalla scarsa conoscenza dell'abolizionismo o da una propaganda
pro-prostituzione dai toni esasperati che
non esita a demonizzare e a screditare l'avversario.
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